Bimba in stato vegetativo dopo essere stata investita all’asilo: ancora un’udienza rinviata

Si è concluso con un nuovo rinvio l'appuntamento in tribunale di questa mattina sul caso di Lavinia, la bimba investita mentre si trovava nel cortile dell'asilo di Velletri che vede imputate, dopo la condanna in primo grado di giudizio, la donna che ha investito la piccola e la maestra che l'aveva in custodia. La nuova udienza è stata fissata fra un mese esatto, il 27 marzo. Il presidente presente in aula oggi, che sostituiva il presidente titolare del collegio che deciderà il processo, ha preso atto dell'urgenza con cui questo fascicolo deve essere trattato sia in relazione alla delicatezza della vicenda, sia in relazione al rischio di prescrizione.
Investita all'asilo: perché è stata rimandata l'udienza oggi
Non è la prima volta che l'udienza viene rimandata: già nel mese di dicembre c'era stato un rinvio per la mancata notifica della maestra imputata. Stavolta, invece, come appreso da Fanpage.it, la notifica è stata eseguita, ma soltanto dieci giorni fa, con una dilatazione dei tempi che non ha permesso di arrivare all'udienza odierna.
Per permettere l'effettiva celebrazione del processo il 27 marzo, invece, è stato disposto un rinnovo urgentissimo della notifica alla maestra in modalità che dovrebbero assicurarne l'effettività, a mezzo dei carabinieri di Velletri, per la data in cui è prevista la nuova udienza, salvo imprevisti.
Le udienze rinviate nel caso di Lavinia, investita all'asilo
La prima udienza, come anticipato, era stata programmata lo scorso dicembre, a più di sette anni dal terribile incidente avvenuto mentre si trovava all'asilo che ha portato la piccola a vivere in stato vegetativo.
"Ho appreso infatti che il processo di secondo grado iniziato a dicembre scorso in Corte d'Appello a Roma subisce dei rinvii per un difetto di notifica nei confronti della principale imputata – ha dichiarato la Garante dell'infanzia e dell'adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni una volta scoperto a che punto si trovava il processo – I rinvii deriverebbero da errori nel reperire la maestra all'indirizzo da lei indicato", aveva spiegato, lanciando un appello.
"Ritardi e lungaggini rappresentano per noi un dolore che si rinnova", aveva spiegato a Fanpage.it Massimo Montebove, il papà della bimba che, insieme alla moglie Lara, non hanno mai smesso di credere nella giustizia.